Movimento artistico culturale fondato dal prof.  Adolfo Giuliani

EVENTI  >> 20 febbraio / 4 marzo 2005 - Centro Culturale "Il Pilastro" - Santa Maria Capua Vetere (CE)

FUTURISMO E ESASPERATISMO
Diciotto opere del maestro Guglielmo Roehrssen
a cura di Gennaro Stanislao, presentazione di Rosario Pinto

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Rosario Pinto

GUGLIELMO ROEHRSSEN E LA CONTINUITÀ FUTURISTA NELLA PROSPETTIVA ESASPERATISTA

La personalità di Guglielmo Roehrssen è quella di un artista che mostra nel corso della sua lunga carriera di avere una straordinaria capacità: quella di sapersi rinnovare costantemente pur rimanendo fedele a se stesso, fedele alle scelte ed agli orientamenti stilistici verso i quali ha diretto i primi ansiti di ricerca già negli anni difficili della temperie tra le due guerre mondiali. Quando Roehrssen s’è affacciato, giovane, alle prime esperienze espositive, avendo alle spalle già un primo solido tirocinio formativo maturato a contatto con Umberto Rancher e nella Scuola di nudo dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, era il momento di delicate svolte culturali per l’arte italiana. Era il momento, quello, in cui, tra anni Venti e anni Trenta, molte certezze artistiche sembravano vacillare: così il «Futurismo» della prima ora, così la costellazione di «Novecento». Di nuovo c’erano ansiti e fermenti che, pur iscrivendosi nell’alveo magmatico di un rinnovamento futurista, di fatto ne escludevano l’esemplarismo tradizionale e, talvolta, le stesse premesse di base, come avviene, nel contesto partenopeo, per il «Circumvisionismo» o per l’«UDA». Guglielmo Roehrssen, però, ritiene ancora praticabile una ricerca sul tema della analisi critica del dinamismo e produce uno sforzo creativo che introduce elementi di effettivo rinnovamento della concezione compositiva futurista, pur conservandone l’assunto di base e cioè la consapevolezza della modernità. All’accostamento alla lezione boccioniana, alla dinamica scompositiva della forma per produrre nuovi aggregati significativi, il giovane Roehrssen dedica i primi passi della sua ricerca, pervenendo, già all’aprirsi degli anni Trenta, ad un assoluta sintesi espressiva con opere come Casco di aviatore più timone o come Nastro Azzurro, in cui s’addensa la sintesi vibratile dell’oggetto e del movimento che lo anima. Da quegli anni lontani, lungo le molteplici e frastagliate vicende della storia, passando indenne anche attraverso il periodo in cui la parola stessa «Futurismo» non era  più stata facilmente spendibile e non era accolto con la dovuta serenità critica il contributo fornito dagli artisti appartenenti a quella dimensione stilistica, il Nostro perviene, infine, in momenti storici più prossimi a noi e, comunque, in una fase della sua vita che potremmo ben definire d’una seconda giovinezza avanzata, ad una scelta difficile e gravosa, quella d’abbracciare le logiche di un movimento artistico di nuovo conio, l’Esasperatismo, che intende suggerire un’analisi della realtà martoriata del mondo. Roehrssen non smetterà d’essere ancora futurista, ma accetta di riesaminare il mondo con un nuovo occhio, rimodellando la propria osservazione delle cose con la prospettiva che l’Esasperatismo addita e suggerisce e che costituisce, in fondo, una proposta espressiva dai forti toni di denuncia e dalla vibrata capacità di proposta. L’artista deve uscire fuori dal guscio, reimmergersi nella realtà della vita e delle cose ‘sporcandosi’ le mani con tutto ciò che ci circonda, prendendo atto che la rottura dell’equilibrio vitale s’è posta come tema di riflessione e d’azione per quanti non vogliano più intendere l’esasperazione individuale come soccombenza ineluttabile, ma vogliano partire dall’esasperazione per farne un momento di rilancio della dignità e della forza dell’uomo. Con l’esasperatismo, insomma, non si vive l’esasperazione come dramma individuale, come sofferenza e malattia, ma come denuncia e proposta, come aspettativa di rinnovamento sociale: la debolezza individuale si trasforma, insomma, in una nuova forza della coscienza collettiva. Roehrssen accetta volentieri tale sfida e la sostanzia del contributo creativo del suo intervento appassionato. Nascono così opere nuove che egli realizza negli ultimi anni e che propongono una sorta di rinnovamento del suo stesso lessico espressivo che diventa in qualche caso più tagliente e vibrato, indicando così, come è giusto che sia, che l’adesione esasperatista non è un mero aggiustamento formale ed esteriore, ma la presa di coscienza d’un volere e d’una disponibilità creativa più profonda e capace di riannodare i fili dell’identità futurista sul nuovo empito che, con entusiasmo quasi giovanile, lo proietta verso nuove ed invitanti prospettive creative.

alcune delle opere in mostra
 

Alcuni momenti dell'evento

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