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"Esasperatismo
incontra il cinema"
Arte e cinema, allinsegna
dellEsasperatismo un parallelo possibile
Cosa lega il cinema alle arti figurative, cosa
hanno in comune una pellicola cinematografica e unopera pittorica? Certamente
limmagine. Un film è composto di una serie di immagini che assumono significato
nella sequenza dei singoli fotogrammi; un quadro è formato di una singola immagine che
invece acquista un senso nella successione di impressioni, di emozioni, di riflessioni o
di ricordi che riesce a suscitare nellosservatore. Se il dinamismo che caratterizza
larte della celluloide è di natura tecnica, il dinamismo riscontrabile in
unopera figurativa è tutto mentale e se una certa sensibilità e educazione
allimmagine, da parte degli spettatori, è necessaria a dare la giusta
interpretazione alla pellicola cinematografica proposta dal regista, quella stessa
sensibilità e educazione allimmagine richiede un quadro o unopera scultorea
perché il fruitore possa coglierne i contenuti più profondi.
Come il cinema di qualità, cogliendo i costumi e gli umori di un
tempo, lancia sempre un messaggio incisivo la cui percezione può contribuire alla nostra
crescita spirituale, così unopera darte figurativa, quando non si riduce ad
una mera espressione estetica, ma si adopera per comunicare situazioni e stati
danimo che appartengono allesperienza comune di unepoca, concorre
senzaltro al nostro arricchimento spirituale.
Certamente né il cinema né larte figurativa potranno mai
cambiare lo stato delle cose, ma di sicuro possono incidere in maniera non indifferente
nel cambiare le nostre coscienze rispetto ad una condizione umana divenuta ormai
insostenibile, ed è proprio questo lobiettivo perseguito dallEsasperatismo
Logos & Bidone, il Movimento Culturale fondato a Napoli nel 2000 dal Professor
Adolfo Giuliani, del quale gli artisti che espongono alla mostra collettiva LEsasperatismo
incontra il cinema sono tutti convinti aderenti.
Con la nascita del Movimento, larte figurativa
recupera la forza dellimmagine alla quale, attraverso le diverse tecniche e nei
differenti stili personali, i pittori che ne fanno parte hanno delegato la
rappresentazione di un preciso precetto rispondente ad uno o più punti del Manifesto
dellEsasperatismo: il vivere quotidiano; la natura violentata; la
scienza incontrollata; larte non più fruibile. Una mostra collettiva
dellEsasperatismo si presenta, dunque, come una sequela dimmagini
finite, più o meno esplicite, ma che nel loro insieme sviluppano una trama precisa
tracciata dal Manifesto ed individuabile nella drammatica parabola delluomo
moderno che, ingannato dalla prospettiva di un progresso illimitato, è precipitato in una
condizione che ora rischia di limitare fortemente la sua stessa sopravvivenza sul nostro
pianeta.
Se una pellicola cinematografica presenta di frequente un attore
protagonista nelle cui vicissitudini, nelle cui angosce e nei cui desideri di riscatto lo
spettatore tende ad identificarsi, unopera esasperatista presenta
anchessa unicona protagonista, riconoscibile nel bidone, a
rappresentare luomo contemporaneo nelle vessazioni alle quali è costretto a vivere
in questa nostra era, ma anche nella sua speranza di rinascita attraverso un rapporto più
equilibrato e sereno con il suo ambiente e il suo simile.
Anche unopera esasperatista, dunque, alla stregua di un
film, ci racconta una vicenda, esamina un aspetto del nostro vivere che oggi può essere
specchio dei tempi, ma che domani sarà storia, conterrà tutti i segnali anticipatori di
quella condizione generale del nostro universo che andrà a svilupparsi, ma che oggi
ancora non possiamo prevedere con esattezza. E allora, come i lavori cinematografici di
maggior pregio travalicano il comparto dello spettacolo per affermarsi quali espressioni
della nostra cultura, così unopera esasperatista è destinata a varcare i
confini dellarte per assumere una valenza più propriamente culturale nel rendersi
rappresentativa del pensiero e degli umani sentimenti in un determinato momento della
nostra storia.
In futuro nasceranno nuove tecniche cinematografiche che renderanno
obsolete quelle precedenti, ma nessuna nuova tecnologia potrà mai far risultare superato
un film che avrà nei contenuti il suo punto forte. Allo stesso modo, sorgeranno tecniche
pittoriche rivoluzionarie che sanciranno il tramonto di quelle attualmente in uso, ma mai
potranno determinare la fine di unopera darte esasperatista che prima
ancora didentificarsi in uno stile si riconosce nella bontà di un appello al quale
lumanità non può ulteriormente restare sorda.
Domenico Raio
giornalista-scrittore |