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14 giugno 2013 – Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II”
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22/08/2015 – Annarosa Del Corona
22 Agosto 2015Presentazione del secondo volume di Adolfo Giuliani
“Esasperatismoa Logos & Bidone 2009-2015”
eventi documenti rassegna stampa testimonianze
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Introduce e modera la prof. Emilia Mallardo
interventi:
Adolfo Giuliani
Aldo Masullo – professore emerito di Filosofia Morale – Università Federico II di Napoli
Introduzione di Adolfo Giuliani
Sono trascorsi quindici anni dalla fondazione del Movimento Esasperatismo Logos & Bidone. Questo secondo volume nasce in continuità con il precedente “2000-2009”. Anche il percorso compiuto dal 2009 al 2015 ha visto la realizzazione di eventi molto importanti. Il nostro Movimento può vantare, dopo quindici anni, una vitalità sorprendente, dovuta all’entusiasmo e all’impegno delle persone che, preoccupate per il disastro procurato al nostro pianeta e all’umanità intera, tra l’indifferenza totale dei poteri forti, ne hanno condiviso il pensiero. Noi speriamo che il nostro messaggio possa ancora continuare il suo viaggio per la divulgazione nel…
PREFAZIONE
di Aldo Masullo
Professore emerito di Filosofia morale
Università Federico II di Napoli
La poetica del bidone
Dinanzi ad un movimento di artisti, come quello che Adolfo Giuliani ha promosso sotto il nome di «Esasperatismo», è inevitabile che, com’è sempre avvenuto nei due precedenti secoli, ci si ponga un perentorio dilemma. Questo movimento s’ispira a valori di «contenuto» o di «forma» ? è definito dall’interesse politico o almeno sociale per cui si batte, e dunque è una militanza ideologica, o al contrario si risolve senza residui in una pratica stilistica nuova, in una convenzione comunicativa inedita, nell’esercizio di un linguaggio nascente ?
Com’è evidente dal suo manifesto, l’Esasperatismo di Giuliani non è, né vuol essere, una corrente o «scuola», con le sue regolate procedure inventive, con la sua radicale neutralità pratica, quasi fosse un hessiano «gioco delle perle di vetro», trionfo della pura forma.
Si può allora dire che all’opposto l’Esasperatismo è un insieme di forze che operando nel campo dell’arte si riconoscono nel comune interesse a denunciare una stortura sociale o a rivendicare un diritto negato o negletto ?
Nei due casi, il nome «Esasperatismo» avrebbe significati ben diversi.
Se, colpiti da appariscenti aspetti, si ritenesse trattarsi di un caso di arte militante, ispirata alla sua lotta per una giusta causa, il termine «Esasperatismo» suggerirebbe l’idea di un alto «grado di esasperazione», cioè di oggettiva «estremizzazione» delle difficoltà sociali ed esistenziali che l’arte, mobilitando le sue forze e la sua fattiva soggettività, sarebbe chiamata a denunciare.
Se invece «Esasperatismo» venisse usato come contrassegno di una particolare corrente o scuola impegnata nell’esercizio di nuovi modi dell’operare artistico, allora esso significherebbe il sistematico ricorso al massimo «inasprimento» dell’attacco polemico dell’arte nei riguardi di un servizio preteso dalla macchina sociale, sarebbe una dichiarazione di guerra dell’ «arte pura» contro tutti i poteri che, tentando di strumentalizzarla, l’inquinano.
A ben considerare, a me sembra che l’Esasperatismo non sia un movimento artistico nel senso di una «scuola» in cui si coltivi quasi esotericamente una maniera nuova dell’arte, ma neppure nel senso di un partito intellettuale all’insegna di un’arte militante su base ideologica.
L’originalità dell’Esasperatismo sta nel fatto che esso non esprime una estetica, della forma o del contenuto, ma la presa di posizione di molti artisti, ognuno dei quali, senza dissolvere la propria personale estetica nella programmatica generalità di un linguaggio di scuola o di una professione ideologica, non rinuncia perché artista ad essere l’uomo che giudica il mondo in cui vive e cerca la solidarietà di altri uomini a lui accomunati dalla loro «esasperata» sensibilità di artisti.
Il movimento inaugurato da Giuliani non è un movimento di arte, ma di artisti. Esso non pretende di ordinare il produrre artistico secondo una certa forma o un certo contenuto, subordinando la creatività a questa o a quella idea conduttrice. L’Esasperatismo è piuttosto una relazione morale tra artisti che, tanto più in quanto artisti e dunque mentalmente sensibilizzati, «inaspriti», si sentono responsabili dinanzi all’umanità, senza per questo dover rinunciare all’intrinseca libertà o, il che è lo stesso, necessità della mente personale, la quale, come si sa, è libera soltanto se non le s’impedisce di obbedire alla sua propria necessità creativa.
L’Esasperatismo non è dunque un movimento estetico. Tuttavia ha una poetica. Esso esprime la sua profonda non moralistica moralità nella poetica del bidone.
Il bidone è l’individuo umano che la macchina sociale utilizza, riempiendolo e svuotandolo secondo le proprie esigenze funzionali e infine, quando non serve più, abbandona da qualche parte, in una discarica o, peggio, sulla pubblica strada, esposto a turpi abusi, scoperchiato e variamente ammaccato.
Ma il bidone è anche la metafora della vitalità dell’individuo umano. Il bidone, per quanto lurido e ammaccato, in buone mani può essere restaurato nella perfezione della sua geometria, riverniciato, restituito alla funzione per cui era stato pensato e prodotto. Certo tutto dipende dalle «buone mani»! Se son queste ad agire, le forze creative del mondo umano, la rinnovata coscienza che nell’attuale situazione del mondo solo operando concordi gli uomini possono salvarsi, allora neanche l’ammaccato bidone è necessariamente perduto per sempre.
Esemplare della poetica del bidone è il bellissimo quadro di Guglielmo Roehrssen, del 2004.
Tre rondini scendono in volo su un rosso cilindro sformato. Dietro, sullo sfondo di un rettangolo giallo che, regolare com’è, potrebbe alludere al bidone risorto, campeggia perpendicolarmente la scritta: «Tutto torna»!
Aldo Masullo